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lunedì 1 dicembre 2008

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Al via il Trofeo Monga a Bereguardo (PV)



Lo scorso anno era stata la mia prima VERA campestre, quest’anno grande replica! Penso che il fascino del Trofeo Monga, soprattutto la prova di Bereguardo non abbia eguali; per questo stamattina nonostante le abbondanti nevicate e l’incessante pioggia durata tutta notte ero lì sul percorso ancora pieno di neve e di insidie. 

Vista la prima gara e sentito i “reduci” tra i quali il grande Pietro ero un po’ indeciso sulla partenza, non volevo farmi male e il percorso presentava oltre alle insidie di ghiaccio e neve due rettilinei letteralmente “a mollo” nell’acqua gelata. Motivo? Si era rotta una chiusa che solitamente allaga il campo in primavera, immaginate voi la situazione…..

Il percorso era talmente al limite (secondo me l’ha superato) che l’organizzazione ha deciso di far correre un solo giro a tutte le categorie, quindi circa 3,5 km e vi assicuro che al termine della gara ho benedetto questa decisione, ma vi assicuro che è stato divertentissimo, un vero spasso!

Mi sono trovato con Daniele alle 8.00 nei pressi di Opera per andare insieme dato che un comunicato dell’organizzazione diceva che il parcheggio non era agibile per le nevicate. Mi sembrava giusto fare CarSharing, così giusto che alla barriera autostradale abbiamo soccorso quattro donzelle dell’Athletic Team Pioltello con la macchina in panne per un guasto portandole a destinazione. Anche loro dovevano gareggiare ed erano in prima batteria!!

All’arrivo al campo ci si è presentata una situazione fantastica! Sembrava di essere in montagna. Il campo gara pieno zeppo di neve. Troviamo subito un po’ di amici tra i quali Pietro e Giovanni conosciuto l’anno scorso proprio qui a Bereguardo. Poi vedo Alberto, Renato e Nicola della Michetta e tanti altri.

Ci iscriviamo e facciamo subito la coda al bagno chiaccherando con la gente (un solo bagno per 400 atleti!!). Le categorie F/H partono e faccio il tifo per Pietro. Vedo arrivare gente distrutta, zoppicante, due signore addirittura non riescono nemmeno a camminare e vengono portate via in braccio.
Sta arrivando il mio momento, su consiglio di molti metto i chiodi da 9 mm e comincio un lungo riscaldamento. È ora, parto piano e dopo 300 mt becco Daniele e lo passo, il fondo è pesantissimo, mi sembra di andare fortissimo quando invece sono abbondantemente sopra i 5,00 al km, sembra di essere incollati al terreno reso pesantissimo da neve e pioggia. Passo il primo ponte e comincia il delirio, un vero e proprio percorso di guerra o di sopravvivenza, se preferite. Ad andar bene affondavi fino ai polpacci altrimenti rischiavi di infilare tutta la gamba!! Il pericolo erano i buchi nascosti dall’acqua e temevo un po’ per le caviglie. Mi veniva in mente il primo film di Fantozzi, quello dove giocava la partita di calcio aziendale organizzata da Filini con la nuvola dell’impiegato sopra la testa.

Usciamo dalla “piscina gelata” e non mi sento più le dita dei piedi, letteralmente congelate. Sembra di correre sul marmo, ma almeno ora la tenuta di strada è buona. Cominciano le salite e le discese ed è uno spasso perché le chiodate tengono bene anche in curva! Un ottimo grip! Cerco di accellerare, ma ho un fiatone allucinate! All’ultima salita (molto ripida) un ultimo salto nella piscina gelata, ma ormai l’arrivo è vicino e non sento più nulla nemmeno la mia fascite cronica al piede destro! (in fondo un ottima crioterapia!). Vedo il traguardo e non penso alla volata (penso più che tutto a portare a casa la pelle), ma un podista della Michetta (Valter) accellera alla grande e io non posso assolutamente tirarmi indietro. Spingo, spingo, ma lui è un osso duro e non cede. Sento Nicola gridare qualcosa, non mollo e prendo altri tre podisti. Sul traguardo ci stringiamo la mano e Nicola viene a farmi i complimenti (cavolo una volata sulla neve mi mancava!). Vedo davanti a me Marco del Road, ma ormai sono arrivato e dovrò accontentarmi della sua schiena.

Arrivano anche Giovanni e Daniele tutti sorridenti, facciamo qualche foto ricordo ed è già ora di tornarsene a casa per togliere cm e cm di fango dalla pelle.




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10 commenti:

Anonimo ha detto...

che togo!!!! puro divertimento! non aggiungo altro.. ciao

Anonimo ha detto...

Ma voi siete matti!!! nel senso goliardico della parola, anche se io non so se lo farei!!!

Anonimo ha detto...

Bella esperienza !

Bravo Lucky !

Anonimo ha detto...

Ciao Luciano, caspita deve essere stato favvero tosto, ma divertentissimo! non oso immaginare il gelo appena terminata la gara....

Anonimo ha detto...

Un vero cross all'inglese!
Mi ricorda quello che disputai io l'anno scorso ad Asti, in quel caso niente sconti di giri però!
In questi casi puoi mettere chiodi anche più lunghi, 15 o 18 mm.

Anonimo ha detto...

Epico!

Anonimo ha detto...

Troppo forte tu sei un ganzo !

PS: Lucius aspetto nuove tecniche per il mantello !

Anonimo ha detto...

@Dani
lo faresti, lo faresti ...:-))

@antherun
si avevo i piedi completamente ibernati....:-)

@Franchino
avevo anche i 15, ma i reduci hanno consigliato caldamente i 9 ed effettivamente sono andati molto bene....

@Franca
ci sto studiando, dovrei trovare una soluzione che ti permette di correre senza prender pioggia e accellerare l'andatura nella seconda metà di gara sfruttando l'energia eolica :-))

Anonimo ha detto...

Buahahaha!
Viva le vesciche!
Bravi! Bravi!

Anonimo ha detto...

Stranamente niente vesciche!
A proposito di vesciche, devo formare bene le Skylon perchè ho intenzione di metterle alle prossime mezze!

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 Fonte www.tuttopodismo.it





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